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In Nevada il geotermico italiano

dal nostro inviato Luca Benecchi

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17 aprile 2009
Gli impianti di Stillwater e Salt Wells nella contea di Churchill


RENO - Francesco Starace ha capito che il business può essere di quelli veri. Forse qualche anno fa neanche lui se lo sarebbe immaginato. Ma quando a qualche decina di chilometri da Reno si è trovato davanti il governatore del Nevada Jim Gibbons, più che fare un discorso rivolto al passato, il presidente di Enel Green Power ha voluto citare direttamente le parole di Barack Obama. Ed è come se avesse piantato una bandiera, quella della green economy italiana, tra il vento gelido e la neve fuori stagione che batteva il deserto dello stato americano.

L'inaugurazione nella contea di Churchill dei due impianti geotermici di Stillwater e Salt Wells, costruiti appunto da Enel Green Power, è diventata un'occasione per guardare già oltre. «Abbiamo la storia e le competenze tecnologiche per esservi d'aiuto nel raggiungere gli obiettivi nello sviluppo delle energie rinnovabili, di quella che sarà la nuova rivoluzione americana». Il numero uno della società dell'Enel per lo sviluppo di solare, fotovoltaico, eolico e dei sistemi per trarre calore dalla terra, sa di poter giocare una partita importante negli Stati Uniti. In pochi anni (entro il 2015), se le turbolenze finanziarie non rallenteranno il percorso, il governo federale vuole passare dal 2% al 20% di produzione di energia ad impatto zero. «Ma qui fino a ieri - spiega Starace, che per un caso strano della vita è ingegnere nucleare – in pochi si erano posti il problema di pensare a forme alternative di generazione rispetto a carbone, petrolio e atomo. E per noi questo si è trasformato in un buon vantaggio competitivo».

E così, quasi improvvisamente, la partita potrebbe diventare molto interessante per chi ha da offrire conoscenza, esperienza e capacità industriali. «Al netto di possibili variabili, anche senza piani straordinari d'investimento - ragiona ancora il presidente di Enel Green Power - in un arco di tempo piuttosto breve dovremmo riuscire a moltiplicare per venti i nostri risultati industriali ed economici». Numeri da capogiro. In effetti la matematica parla chiaro. Anche se molto dipenderà dalla capacità dei mercati finanziari di tornare ad erogare credito. Per dare forza ad una crescita che per ciò che riguarda Enel Green Power è sostanzialmente autofinanziata e raggiunge i 700-800 milioni di euro all'anno rispetto a un Ebitda di 1,2 miliardi e ricavi che nel 2008 hanno raggiunto 1,9 miliardi.

Così è stato per gli impianti geotermici di Stillwater e Salt Wells dove sono stati investiti 200 milioni di dollari in due anni. Centrali che hanno una capacità installata complessiva di 65 megawatt, grazie ai quali saranno prodotti 400 milioni di chilowattora all'anno che andranno a soddisfare i consumi di circa 40mila famiglie americane. La geotermia, ovvero la capacità di utilizzare il calore del sottosuolo per produrre elettricità, è nata in Italia, in Toscana. Qui nel 1904 a Larderello il principe Piero Ginori Conti utilizzò un soffione per alimentare una motrice a vapore collegata ad un generatore elettrico che accese cinque lampadine. Nel sottosuolo del Nevada l'acqua calda però non raggiunge temperature elevatissime (tra i 130 e i 150 gradi) e dunque si è dovuto ricorrere ad una tecnologia innovativa. Attraverso un circuito chiuso, si mette a contatto l'acqua con un fluido che, scaldato e portato ad altissime pressioni, attiva le turbine. Al termine del processo l'acqua torna nel pozzo dove è stata estratta senza emissioni di gas serra.

In Italia gli impianti geotermici sono ancora pochi rispetto alle potenzialità del territorio. Tutte le zone termali, ad esempio, sarebbero adatte «anche se - continua Starace - le complicazioni burocratico-amministrative talvolta sono insuperabili, e tutto è in mano agli amministratori locali». Al contrario del Nevada dove, nonostante la vicinanza di una grande base militare e di alcune riserve indiane, le autorizzazioni sono arrivate in poco più di un anno. E dove al taglio del nastro non sono voluti mancare i cow boys che hanno ceduto i terreni per l'opera.
Soddisfatto anche il senatore John Ensign: «Questo è un esempio internazionale di ciò che una tecnologia innovativa può fare per un territorio come la contea di Churchill che si sta trasformando in una vera e propria zona verde. Senza dimenticare - ha concluso - i benefici economici di una fonte energetica come la geotermia che ha costi di gestione e di manutenzione ridotti al minimo».

17 aprile 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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